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URBAN DICTIONARY. Lo slang senza più segreti.

Era al primo anno di Università e studiava informatica quando nel 1999  Aaron Peckam creò Urban Dictionary che, con oltre 7 milioni di termini proposti da utenti del web, è oggi riferimento fondamentale per una vastissima platea di persone, che raggiungono 72 milioni di visualizzazioni l’anno. Vi si trovano infatti definizioni contemporane e neologismi che si diffondono rapidamente nel linguaggio comune ( e che non trovereste mai nei dizionari "ufficiali") e non sempre si tratta di “slang”. Ad esempio vi sono parole nuove per descrivere il rapporto o lo status di lavoro (si può essere definiti “Funemployed”, ovvero lavoratori che si divertono; o si può decidere di accettare un “ Employfication” ovvero un lavoro in nero, pagato in contanti). I termini più popolari descrivono cose o situazioni che tutti riconoscono e dare loro un nome fa sentire che si ha qualcosa in comune.

Peckham non si aspettava che il dizionario, nato per scimmiottare altri più famosi, incontrasse tanto favore e diventasse così utile a pubblici molto diversi: insegnanti, studenti di inglese come 2a lingua, genitori, ma anche giudici e poliziotti. Al punto che un giudice del Regno Unito ha fatto ricorso all'Urban Dictionary per capire cosa dicessero fra loro due rappers durante un'udienza.

Qualche esempio:

managerial we  quando il boss dice “noi” ma intende “tu”;

friendscaping  l'arte di spuntare la lista dei propri amici sui siti dei social network;

volunteer's remorse  chi offre il proprio aiuto e se ne pente immediatamente;

sportsgasm  la sensazione di appagamento, felicità ed euforia che si prova quando la squadra del cuore segna punti o vince una partita. 

to kerouac  vagare senza metà, in cerca di una esperienza eccitante.

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